Era un pò che il nome di Vittorino Curci mi passava nella mente e scalpitava per entrare in questo atlante. Ho conosciuto Vittorino durante un occasione unica per dolore e tristezza. In cui molto ho capito di quanto sia importante il senso di comunità. Ad un anno dal suicidio di Pierpaolo Faggiano io, Gianni Lenoci, Marcello Magliocchi, Vittorino Curci, Ivano Nardi, Pasquale Innarella, Angelo Olivieri ci siamo incontrati a Ceglie per suonare in ricordo di Pierpaolo. Erano differenti i percorsi di legame , differenti gli anni e i dati anagrafici. Ma ci siamo trovati insieme a suonare. Vittorino ha suonato in solo ed ha recitato poesie. E la cosa che più mi colpì era come il suono tremolante del suo sassofono facesse da contraltare perfetto alla sua voce profonda, al tempo cadenzato delle metriche delle sue liriche. In un vestiario impeccabile, con la sua borsa di pelle, Vittorino rappresenta per me una figura di artista unico nel suo genere. Anche le sue capacità pittoriche (testimoniate anche dalla copertina di questo disco Breathing Strategies uscito pochissimi giorni fa con la Netlabel ateniese PLUSTIMBRE) sono da notare ed apprezzare. Uno stile fatto di vuoti e pieni, confini netti, plastici e definiti. In cui la forma diviene metamorfosi continua. All'ascolto di questo lavoro sono sobbalzato sulla sedia. Non metto certo Vittorino nel Pantheon dei migliori sassofonisti viventi. Per chi come me ha passato la sua vita (e lo fa ancora con alterni risultati) a perfezionarsi il suo modo di suonare crea quasi imbarazzo. Ma nel tempo si comprende che non certo attraverso la tecnica strumentale che si fa buona musica. Ma con le idee e le necessità. E Vittorino in questo disco da una lezione a tutti. Il suono del sassofono è quasi prosciugato reso vuoto da ogni risonanza tradizionale e trova la sua ragione di essere all'interno del suo materiale e di tutti i materiali che lo compongono, compreso e anzi messo in prima posizione, quello umano. Le strategie del respiro del titolo , sono scandagliate con tale profondità e competenza di ricerca che divengono elementi potentissimi di narrazione. Non c'è una caduta, assolutamente nessuna ridondanza. C'è musica di valore assoluto nei brani. E anche la registrazione ottima contribuisce a rendere godibile e illuminante un lavoro di una radicalità assoluta e inebriante. Dal mio punto di vista il capolavoro di Vittorino Curci.
Capace di essere poetico visionario , danzante e ammaliante con il solo respiro. Con il solo rumore dei tasti e dell'ancia. Senza quell'astio che si percepisce spesso dalle registrazioni radicali, ma con amore profondo, senso della comprensione che un ascolto attento appaga i sensi e rende questa musica una porta per un'altra dimensione. Pensare, lavorare e realizzare un lavoro come questo è sintomo di una necessità ed un'urgenza incredibili. Ribaltare il punto di osservazione è simbolo di ogni rivoluzione. E qui Vittorino da una lezione a molti (me compreso). Io sono pronto ad accettarla e ad interrogarmi su quanto di retorico venga prodotto in quella che chiamiamo ricerca. Un lavoro tanto radicale, che ridefinisce il senso stesso della bellezza. Ascoltatelo, profondamente. Ne vale la pena.
Marco Colonna
http://geografiediresistenza.blogspot.it/2016/01/la-poesia-del-respiro-vittorino-curci.html
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