Nell’area di confine tra Creative Music e Free Jazz di prima generazione (storicamente intervallati di circa un decennio, casomai valessero le etichette, peraltro in parziale condivisione di stilemi ed attori) possiamo considerarne un’attualissima incarnazione nel quartetto condotto dal batterista e percussionista pugliese Marcello Magliocchi, in contitolarità di fatto con sodali altrettanto sperimentati entro un ampio range stilistico primariamente votato alla sperimentazione e alla forma estemporanea. Elaborati in estrema sintesi, i titoli fanno stringatissimo riferimento alle iniziali nella combinazione individuale nel corso delle sei tracks, di variabile estensione, protratta nell’introduttiva ed intricata MBRG part 1, il cui carattere e le cui tensioni permangono stilisticamente coerenti nell’estensione dell’album.
Clima brulicante ed improvvisazione fisica, codesti posti in campo dalla pulsazione baritonale e la mimesi elettrica del trasparente contrabbasso di Alen Grassi, dalle frenesie d’ancia di Mauro Rolfini, dalla fitta grandine percussiva di Marcello Magliocchi e dalle asprezze d’arco al violino dello svizzero Matthias senza-titolo-3Boss (da sinistra a destra nella foto), tutti a proprio agio nell’espressione interrogativa e nella centrifuga polifonia d’insieme. Consistente il peso specifico dell’ardimento condiviso, e quanto a reminiscenze di soundscape non ci asterremmo dal riconoscere ascendenti quali gli storici Revolutionary Ensemble o Creative Construction Company: da una label solida per progettualità e nient’affatto banale per parterre, la Plus Timbre, uno stimolante punto d’incontro espressivo e interattivo, effimero per vocazione, incisivo nelle sue tattiche espressive, attestante il grado d’intesa di quattro sperimentati alfieri della perigliosa arena della forma libera, idiosincratici testimoni del sempre vitale stato comunicativo del performing istantaneo.
http://www.distorsioni.net/canali/dischi/marcellomagliocchi
Clima brulicante ed improvvisazione fisica, codesti posti in campo dalla pulsazione baritonale e la mimesi elettrica del trasparente contrabbasso di Alen Grassi, dalle frenesie d’ancia di Mauro Rolfini, dalla fitta grandine percussiva di Marcello Magliocchi e dalle asprezze d’arco al violino dello svizzero Matthias senza-titolo-3Boss (da sinistra a destra nella foto), tutti a proprio agio nell’espressione interrogativa e nella centrifuga polifonia d’insieme. Consistente il peso specifico dell’ardimento condiviso, e quanto a reminiscenze di soundscape non ci asterremmo dal riconoscere ascendenti quali gli storici Revolutionary Ensemble o Creative Construction Company: da una label solida per progettualità e nient’affatto banale per parterre, la Plus Timbre, uno stimolante punto d’incontro espressivo e interattivo, effimero per vocazione, incisivo nelle sue tattiche espressive, attestante il grado d’intesa di quattro sperimentati alfieri della perigliosa arena della forma libera, idiosincratici testimoni del sempre vitale stato comunicativo del performing istantaneo.
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